INTRODUZIONE
Come risulta dalle approfondite ricerche effettuate da un ingegnere inglese, Andrew K. Fletcher, e dal materiale pubblicato sul suo sito internet (https://inclinedbedtherapy.com), dormire su un letto inclinato di 5 gradi permette di ottenere importanti benefici al metabolismo, alla circolazione e al sistema immunitario.
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Il prezioso lavoro fatto da Andrew Fletcher sta ispirando varie iniziative che puntano alla diffusione delle sue geniali intuizioni e a stimolare la ricerca medica e la sperimentazione ufficiale.
Alla base di queste iniziative ci sono le seguenti principali considerazioni:
- Ci sono ricerche ed esperienze convincenti al riguardo della terapia del letto inclinato (IBT – Inclined Bed Therapy) e fa certamente riflettere il fatto che gli antichi egizi utilizzassero già questa soluzione.
- Alzare la testa di un letto può essere fatto facilmente e senza alcuna spesa.
- Se la teoria dell’IBT dovesse essere ufficialmente confermata e l’adozione di tale soluzione dovesse essere prescritta in maniera generalizzata, l’impatto sulla spesa sanitaria potrebbe essere veramente importante.
I PRESUPPOSTI DELLA IBT
Esiste ormai una chiara evidenza dell’associazione che c’è tra qualità del sonno e salute.
Una ricerca effettuata dalla Nasa evidenzia che, restando sdraiati in posizione orizzontale per lungo tempo, il nostro corpo subisce gli stessi effetti degenerativi che subiscono gli astronauti che rimangono nello spazio in condizioni di gravità ridotta.
La teoria del letto inclinato (IBT) è basata sull’idea che la gravità giochi un ruolo chiave sul buon funzionamento del nostro corpo e che, quando siamo in posizione orizzontale, gli effetti positivi della gravità si riducano in maniera sostanziale.
In base a quanto sopra, se si considera il fatto che trascorriamo in media un terzo del nostro tempo a letto, in posizione perfettamente orizzontale, è ragionevole supporre che questo possa avere, nel lungo termine, effetti non positivi sulla nostra salute.
Il risultato che si può ottenere è duplice: migliorare la qualità del nostro sonno e ottenere importanti benefici di lungo termine mediante il significativo incremento dell’esposizione del nostro corpo ai positivi effetti della gravità.
gli studi effettuati indicano che, applicando semplicemente una limitata pendenza al letto in cui dormiamo, gli effetti della gravità migliorano in maniera significativa.
LA TEORIA DEL LETTO INCLINATO
Ecco quindi che entra in gioco la IBT (Inclined Bed Therapy): tale metodo prevede l’inclinazione del letto di 5°, posizionando più in alto la testa rispetto al resto del corpo. L’inclinazione di 5° viene ottenuta con un rialzo di circa 15 cm (tale misura varia a seconda della lunghezza del letto) posizionato dal lato della testata del letto.
https://inclinedbedtherapy.com/faq/bed-size-raise-chart
(TABELLA DI CONVERSIONE).
Inclinando il letto, incliniamo di conseguenza il nostro corpo. Questo angolo farà in modo che il corpo sia sottoposto ad una componente longitudinale della forza di gravità, incrementandone l’impatto positivo.
Perché proprio 5°?
Questa è l’inclinazione a cui è giunto Andrew Fletcher attraverso il metodo scientifico: sperimentando. Il suo esperimento è stato quello di prendere un tubo chiuso ad anello riempito d’acqua, nel quale ha iniettato poi un po’ di soluzione salina colorata nel punto di congiunzione delle due estremità. L’estremità con la soluzione è stata posta su un piano inclinato (il letto) dove solitamente si trova la testa, mentre il resto dell’anello giaceva sul letto.
A questo punto Fletcher ha osservato come avveniva la circolazione della soluzione colorata nel tubo, sottoponendolo a varie inclinazioni. Con un rialzo di 10 cm, il colorante si diffondeva verso il basso solo in un ramo dell’anello, e nell’altro ramo si creava una circolazione dell’acqua non colorata in senso opposto, verso l’alto. La circolazione aveva quindi due direzioni diverse nei due rami. Alzando il suo letto a due piazze standard di un’altezza di 15 cm (ottenendo un angolo di inclinazione di 5 gradi), nel tubo si creava invece una circolazione unidirezionale e il colorante si diffondeva in entrambi i lati dell’anello.
Fletcher riferisce peraltro di aver chiesto al curatore di un museo di Boston di misurare un antico letto egizio inclinato e di avere avuto conferma che, anche quello, era sollevato di 15 cm dal lato della testa.
https://www.mfa.org/collections/object/bed-of-queen-hetepheres-i-reproduction-147125
L'IMPORTANZA DEL SONNO
È ormai ben noto lo stretto legame tra qualità del sonno e salute personale.
A dimostrazione di ciò, sono numerosissimi gli studi in campo scientifico su alterazioni del sonno e relative conseguenze, sia che si parli di deprivazione di sonno, di alterazioni in genere o, addirittura, di eccesso.
Questo, ad esempio, è uno studio che potete consultare se siete interessati ad approfondire la questione: https://academic.oup.com/ije/article/40/6/1431/804651 Sleep epidemiology – a rapidly growing field.
Numerose ricerche, quindi, indicano che la privazione o i disordini del sonno possono essere associati a mortalità prematura, disagi cardiovascolari, ipertensione, patologie infiammatorie, obesità, diabete, disordini psichiatrici come ansia e depressione, ecc.
I RISCHI DELL'ECCESSO DI LETTO
Esistono, per contro, chiare evidenze riguardo i danni che possono essere provocati dallo “stare troppo a letto”.
Già nel 1947, infatti, un eminente medico inglese, Richard Alan John Asher, avvertiva chiaramente circa i rischi che si corrono stando per troppo tempo a letto (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2056244/pdf/brmedj03759-0027.pdf) .
Il medico in questione metteva in guardia in merito all’abitudine di mettere sistematicamente a letto i pazienti, come se fosse la base obbligatoria di ogni trattamento ed evidenziava come, invece, nel paziente allettato per lungo tempo il sangue tende a coagularsi nelle vene a causa della stasi del circolo, le ossa tendono a perdere il calcio che contengono, le funzioni digestive tendono a peggiorare progressivamente, ecc.
Nello stesso decennio studi effettuati su ampie platee di pazienti non hanno evidenziato alcun vantaggio che potesse motivare il mantenimento a letto dei pazienti per periodi lunghi dopo gli interventi chirurgici e l’allettamento è anzi stato individuato come fattore di rischio per trombosi venosa profonda, piaghe da decubito, osteoporosi e polmonite. Tali analisi hanno quindi portato ad una graduale riduzione della durata (da settimane a giorni) dell’allettamento post-chirurgia.
LA DURATA DEL RIPOSO OTTIMALE
La domanda che a questo punto sorge spontanea è:
quale è la durata giusta per ottenere un riposo ottimale ed evitare effetti collaterali?
Recenti ricerche forniscono indicazioni che convergono verso un riposo quotidiano con la durata del sonno compresa tra 7 e 8 ore che, possibilmente, non dovrebbero essere superate né verso il basso né verso l’alto.
L’altra domanda che appare naturale è, quindi, perché dormire troppo a lungo può far male?
Tra le possibili risposte, potrebbe ritrovarsi uno dei pilastri su cui si fonda la IBT e cioè l’esposizione alla gravità e i suoi effetti benefici sulla nostra circolazione: tanto più tempo rimango in posizione sdraiata nel letto, tanto meno usufruisco dei benefici effetti della forza di gravità.
BENEFICI EFFETTI DELLA FORZA DI GRAVITÀ
La gravità o forza di gravità, è appunto una forza che attrae qualsiasi massa verso il centro della terra e cioè verso un’altra massa. È ciò che ci permette di rimanere ben ancorati al pavimento e che ci conferisce un peso (che ci piaccia o no).
La sua direzione è quindi perpendicolare al suolo ed ha, senza dubbio, un ruolo chiave nel corretto funzionamento del nostro corpo.
Ma come si collega con il sonno?
La direzione di massima influenza della forza di gravità sul corpo è quella longitudinale: quella di quando stiamo in piedi, per intendersi.
Se pensiamo a un corpo sdraiato nel letto, possiamo capire come questa influenza longitudinale, di spinta dalla testa ai piedi, sia completamente annullata e sia invece prevalente la spinta antero-posteriore (se siamo supini).
Osservazioni provenienti da studi condotti dalla NASA provano come, negli astronauti, l’assenza dell’esposizione alla forza di gravità per lunghi periodi, porti ad un impatto negativo sulla salute.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8042520
https://youtu.be/TJWczfIhRU8
Per comprovare tali effetti e simulare la condizione di microgravità a cui sono sottoposti gli astronauti, è stato sfruttato ciò di cui abbiamo appena parlato: un gruppo di volontari è rimasto sdraiato in posizione orizzontale per molti giorni.
L’impatto negativo di una ridotta stimolazione da parte della gravità è stato confermato nei volontari, così come negli astronauti.
Tra gli effetti negativi sono stati individuati: decalcificazione delle ossa, tendenza allo svenimento in posizione eretta, problemi di equilibrio e coordinazione e, addirittura, un’accelerazione dell’invecchiamento.
Mettendo insieme queste osservazioni e considerando che passiamo circa un terzo della nostra vita dormendo, si deduce che, in tutto questo tempo, ci esponiamo in maniera ridotta all’azione della gravità, come i volontari dell’esperimento.
CIRCOLAZIONE DELLA LINFA NELLE PIANTE E IBT
Fletcher riferisce che questo collegamento è stato il punto di partenza da cui si è sviluppata la teoria dell’IBT. Le piante non sono dotate di un sistema di pompaggio della linfa, non hanno infatti un cuore, tuttavia essa circola dalle radici verso i rami e viceversa.
Com’è possibile tutto ciò?
Una spiegazione plausibile può essere rappresentata dalla possibile interazione tra densità e forza di gravità: la linfa, infatti, diventa più densa nella parte alta della pianta perché il 98% dell’acqua evapora attraverso le foglie e possiamo quindi dire che la linfa in alto è sempre più densa di quella che si trova in basso. Per effetto della gravità, questa linfa più concentrata si sposta verso il basso, creando un flusso di ritorno tramite il trascinamento molecolare, quindi il flusso verso l’alto è sempre meno denso di quello verso il basso.
Illuminante è stato applicare il principio della circolazione primordiale dei vegetali, al corpo umano.
Dal punto di vista di Fletcher il sangue che entra nei vasi capillari dei polmoni, fornisce l’acqua e l’anidride carbonica che facciamo evaporare ogni volta che respiriamo. Il sangue quindi diventa più denso all’uscita dai polmoni, poi passa attraverso il cuore e viene reimmesso nella circolazione arteriosa sistemica, tale flusso più denso scende soprattutto verso i reni.
Il sangue che si reimmette nel torrente venoso dai reni è sempre meno denso del sangue arterioso che vi arriva. Possiamo quindi dire che questo gioco di densità e forza di gravità contribuisce certamente a coadiuvare l’azione pulsatile del cuore e la giusta progressione del sangue nel sistema circolatorio.
Inoltre, i sostenitori della IBT evidenziano che gli altri due fluidi corporei fondamentali che svolgono un ruolo vitale nel funzionamento del nostro organismo e cioè i fluidi linfatici e cerebro-spinali, non usufruiscono in maniera determinante della spinta del nostro cuore. Evidentemente la loro continua circolazione si basa su altri principi. Ritengono infatti che, analogamente a quanto avviene nelle piante, i cambiamenti di densità che si verificano anche nei nostri fluidi, combinati agli effetti della gravità, siano tra gli ingredienti più importanti su cui si basa il flusso circolatorio.
Alcuni potranno essere non completamente d’accordo con la teoria di Fletcher sull’analogia con la circolazione linfatica delle piante, ma per le numerose persone che hanno trovato sollievo con la sua terapia del letto inclinato non ha una grande importanza.
AVVERTENZE
Al momento non ci risulta che siano stati effettuati studi e sperimentazioni approfondite riguardo gli effetti curativi della terapia del letto inclinato e, comunque, non sembrano esserci controindicazioni.
Pertanto, se decidete di utilizzare il letto inclinato, non interrompete alcun trattamento o cura medica eventualmente in corso, monitorate le vostre condizioni e confrontatevi con il vostro medico per verificare se il trattamento che vi è stato prescritto deve essere variato a seguito degli effetti che possono derivare dall’utilizzo della IBT. È inoltre opportuno non apportare alcun altro cambiamento al proprio stile di vita (stesso cibo, stesse abitudini, stesse attività, …) per capire meglio se l’IBT determina qualche significativo beneficio alle vostre condizioni.
Iniziare ad utilizzare la IBT e cambiare in contemporanea altre abitudini rende difficile stabilire causa ed effetto di eventuali variazioni del vostro stato di salute.
Fletcher fa inoltre presente che, nelle prime 2 settimane di utilizzo del letto inclinato, si possono avvertire risentimenti muscolari e rigidità del collo e che occorre bere più acqua per evitare la disidratazione. Con la terapia del letto inclinato aumenta infatti la traspirazione e l’espulsione di acqua tramite le urine.
Le urine diventano più concentrate e viene eliminata una maggiore quantità di scorie.
Si consiglia infine di iniziare con un rialzo di 10-12 cm – per poter apprezzare i primi benefici – e di passare almeno dopo una trentina di giorni ai 15-18 cm che garantiscono la massima efficacia.